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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, novembre 26, 2021

💙25 novembre

 #25novembrenoviolenzasulledonne


"Il Mullah Nasrudin era seduto fra un circolo di discepoli, quando  uno di loro gli chiese la relazione tra le cose di questo mondo e le cose di una dimensione diversa. 

Nasrudin rispose :

 "Prima devi comprendere il significato profondo degli archeboli". 

Il discepolo non contento : "Mostrami qualcosa di pratico.. Per esempio una mela del Paradiso"

Nasrudin raccoglie una mela e la porge all'uomo. 

"Ma questa mela è marcia su un lato.. Una mela del Paradiso sarebbe sicuramente perfetta" 

"Una mela celeste sarebbe sicuramente perfetta" disse Nasrudin, "ma per quel che tu saresti capace di giudicare, situati come siamo qui in questa dimora della corruzione, e con le tue presenti facoltà, questa si avvicina ad una mela del Paradiso più di quanto potrai mai percepire". 


(paragrafo "Le sottigliezze del Mullah Nasrudin" in Idries Shah, I Sufi)


Prendo spunto da questo  stupendo racconto sufi, per onorare il 25 novembre secondo il mio sentire

Leggendolo ho pensato alla figura che incarna il Femminino più di tutte: Lilith. 

"L'argillosa" Lilith. 

Nata dallo stesso impasto di acqua e terra, di Adamo. 

Una Lilith molto terrena, demonizzata, mistica, carnale. Lilith è una figura della mitologia ebraica, sviluppata in principio nel Talmud Babilonese. 

Dal 700 d.C. in poi( ma esisteva, come nome almeno dal VII sec. a. C.) appare come prima moglie di Adamo, creata dalla stessa argilla di Adamo 

Si riferisce in parte anche ad una serie di dèmoni femminili (lilitu) nell'antica religione mesopotamica, legati alla tempesta, al vento, portatrici di disgrazie e morte, caratterizzati dagli aspetti negativi della femminilità. 

Una creatura notturna, "sessualmente sfrenata", legata alla civetta e all'acqua. 

Inanna, per i mesopotamica. 

Ma in epoca più tarda, si struttura come archetipo, perdendo quella timbrica di carattere irrazionale, voluttuoso e carnale, tipico dei tabù, strutturandosi sempre maggiormente come archetipo lunare, soppiantando il  dio lunare e maschile "Sin", accadico, o Nanna, sumerico, e piano piano verrà a rappresentare Ishtar, la grande Dea Madre Lunare, alla quale si affiancheranno figure maschili, stavolta con una valenza solare, come Samash(accadico), Utu(sumerico), Ra (egiziano), Apollo (greco), per riequilibrare la perdita, e ristabilire l'androginia primaria che è stata separata. 

La Lilith rappresenta quella possibilità che si possa ricompattare questa perdita, ricucire lo strappo subìto. 

Dai nostri istinti, dalla parte più molle del nostro mallo di noce. 

La parte più vulnerabile, più morbida, ma anche la più vera. 

Quella che abbiamo paura di mostrare, per paura del giudizio, spesso di noi stessi. 

Lilith è un archebolo dell'Archetipo della Grande Madre, è un veicolo attraverso il quale, l'Archetipo si manifesta, molto più che un semplice simbolo. 

Lilith non è solo la brocca del vino che la contiene, è il vino stesso, e come archebolo, al di là del suo relativo simbolismo, aiuta l'uomo ad agganciarsi all'archetipo, per non fare affogare il microcosmo nel macrocosmo. 

Solo così, attraverso l'archebolo Lilith, possiamo accedere al macrocosmo archetipale di Lilith

La Lilith, se la si spoglia del suo limitante simbolismo(la mela marcia del racconto Sufi), ci consente di accedere, proprio come se fosse un telescopio, ad una visione archetipale più vasta, più completa. 

È come un geroglifico a tre livelli: per parlare, per significare, per nascondere ai non Iniziati. 

Corpo, Anima e Spirito. 

Questo è un'archebolo. 

Metalinguaggio. 

La Luna Nera rivela. 

Rivela al di là della relatività nella quale siamo intessuti. 

Vedere l'Archetipo, l'assoluto, al di la del segno grafico, del Simbolo, dell'Archebolo, ci consente di accedere a livelli superiori di conoscenza e consapevolezza 

Sradicarci dalla relatività e dalla prospettiva che ci imbriglia nella relatività di quell'unica mela marcia che siamo in grado di percepire, apre nuovi scenari. 

Dove davvero, possiamo individuare tutto l'albero delle mele, e non solo il frutto caduto e andato a male. 

Questa è Lilith. 

Nata dallo stesso impasto argilloso di Adamo

La vera controparte animica, fisica, spirituale di quella Essenza Mascolina che è il  suo Sole

Il suo Re Nudo.

Penso a quante Lilith sono rimaste intrappolate nel loro simbolismo, per quanto affascinante possa essere, e a quante, invece sia stato riconosciuto il suo essere Archebolo, di avere la capacità, come un portale alchemico, di stimolare, di sondare, di trasmettere, di accedere, alla vera conoscenza, di andare oltre il simbolo che essa stessa rappresenta, di essere oltre, il veicolo di informazioni, che, come simbolo, porta ancestralmente nel ventre, nel suo stesso DNA.

Essere simbolo, non basta.

Essere decodificate da quell'aspetto femmineo, analogico e intuitivo, del Mascolino, non basta.

Serve, andare oltre il proprio riconoscimento di sé, nella controparte animica Mascolina.

Serve riconoscersi tra specchi, non tra riflessi.

Accedere, insieme, a nuovi stadi di percezione, di apertura, di coscienza e di conoscenza, nei quali l'uno, attiva energeticamente l'altro.

Dove l'uno è chiave dell'altro.

Veicolo, non motivo.

Per andare oltre i retaggi di questa dimensione, e riscoprire insieme, la Memoria.

La potenza archetipale della propria ragione di essere, con le sue infinite sfumature e possibilità, poiché, insieme, sviluppano infinite possibilità di decodifica e di creazione.

Diventare "significanti".

Sdoganarsi dall'essere solo dei significati.

"Cosa significo io per te?"

Quante volte abbiamo sentito o pronunciato questa frase? 

Quante volte abbiamo preteso di incasellare, di dare definizioni, interpretazioni di ciò che simboleggiamo.

Come se fossimo solo un segno grafico, un segno visibile, un simbolo, che necessita di essere riconosciuto, decodificato.

Invece di sentirci un Archebolo, indipendente dal simbolo, dall'etichetta, veicolo di conoscenza, di consapevolezza, attivatori di coscienza, di Verità, di Essenza della realtà.

Dare la possibilità di percepire l'immanifesto attraverso il manifesto.

Fare in modo che sulle labbra resti il sapore del vino, piuttosto che la percezione relativa della brocca che lo contiene.

La Lilith, con le sue innumerevoli sfumature, e rappresentazione di svariati simboli, è oltre gli stessi.

Oltre la donna, l'amante, la madre, la figlia, la Strega, la dannazione, il Paradiso, la Santa e la Puttana.

È il calderone alchemico di tutti i simbolismi del Femminino, dentro il quale arde il Fuoco Sacro dell'Archetipo, accessibile solo attraverso essa.

Come un telescopio, che permette di vedere ciò che nel microcosmo non ci viene concesso.

Lei è referente del Divino.

Il Divino ha riposto in lei, la sua realizzazione attraverso la Forma.

Lei è oltre la Forma.

È oltre il Simbolo.

È oltre l'immagine.

È il Manifestato tangibile.

È Archebolo. Con una propria dimensione, con proprie coordinate spazio temporali, che giustificano, rendono accessibile all'Archetipo.

Ci sono centinaia di simboli simili, che rappresentano Lilith(e non solo), nelle varie culture.

Ciò che rende accessibile al suo valore intrinseco, e non solo estrinseco(rappresentato dal simbolo), è la sua funzione di Archebolo.

È epifania, nella sua massima espressione di quell'Archetipo meraviglioso, misterioso e insondabile, che è l'Amore.

Questo, significa, onorare la Donna, dalle sue infinite possibilità. Donna dai tanti simboli.

Occasione per l'infinito.

Archebolo tridimensionale, su più livelli di lettura, materiale, animica, sacrale, e quindi, archetipale, con i suoi significati oscuri, celati, percepibili solo a chi riesce a vedere oltre il buio.

Lilith non è per tutti.

Perché non tutti vanno oltre la sua forma.

E non a tutti è concesso di vedere l'immensa luce, manifestazione del Divino, di cui Lilith è veicolo e depositaria.

Occasione per entrambi.

Al di là del cuore.

Al di là di loro stessi.

Se ci si lamenta della "mela marcia", è perché non si va oltre, a percepire quella Perfezione iniziale già insita nella natura del Femminino.

Molti non sanno riconoscerla.

E molte "mele", si guastano per vicinanza


Tiziana Fenu

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25 novembre




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