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domenica, novembre 28, 2021

💛Protome speculare Domus Nughedu

 Domus de Janas Nughedu Santa Vittoria S'Angrone, in provincia di Oristano, foto di Sergio Melis.

Una protome taurina particolare.

È speculare, sembra un nuraghe sulla falce di luna con il suo riflesso sotto.

Già si aveva, al tempo delle Domus de Janas, nel 5000, nel 6000 a.C, se non prima, un'idea di quelli che sarebbero stati i nuraghi successivamente, ma non poi così lontani cronologicamente (per me i nuraghi vanno retrodatati di almeno 3/4 millenni)?

Perché i nuraghi corrispondono a quella Koinè concettuale del "gemellare", che contraddistingue la nostra Antica Civiltà Sarda.

Questa immagine è molto particolare..

Il nuraghe, come doppio, speculare terreno di quella "divinità" taurina/uterina", quindi androgina, monadica, completa, spirituale, che è rappresentata nelle Domus, nelle Tombe dei Giganti, e anche nei nuraghi.

Scrivevo in un post(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html) 


"Io credo proprio che i nuraghi, in numero così alto, indichino la divinità demiurgica solare primigenia, quella collina androgina che significa fuoco, inteso come fuoco solare, luce, come il Benben, come la radice di piramide(il pyr greco), come la radice di Nuraghe, Nur.

E questa concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, ha un'enorme importanza, perché astrologicamente, quella che venne definita l"eta' dell'Oro, si trovava, come cloruro equinoziale, quando il sole sorge, all'equinozio di primavera, sotto la costellazione dei Gemelli.

Si narra che il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, fino ad arrivare anche al periodo che riguarda le concezioni cosmogoniche in Egitto, quindi sino al 6000/4000 a.C.circa, periodo dell'era dei Gemelli, appunto.

Ecco perché le divinità creatrici sono come gemellari in una stessa entità, androgine.

Ed è per questo motivo che crearono coppie(maschio e femmina) in numero uguale, per creare i primi nuclei di Umani.

Ed ecco perché questo è stato riflesso anche sul piano terreno

Abbiamo un nuraghe che è contemporaneamente fuoco(nur) e acqua(Nun), e questo equilibrio lo si è cercato in tutte le manifestazioni architettoniche.

Il nuraghe è fallico, maschile, ma nel contempo, cavo come un utero.

Unisce cielo(maschile) e terra( femminile). 

Ha il pieno(maschile) e il vuoto(femminile). 

Ha la luce(maschile) e anche l'ombra( femminile). 

Questa smania creativa, edificante, corrisponde ad una precisa concezione radiante dell'energia creativa, concettualizzata soprattutto dall'osservazione degli astri e dei pianeti, con le loro parabole circolari nel cielo, a partire dal Sole, che veniva considerato un pianeta.

La circolarità dell'ellittica dei pianeti e del sole, ha dato loro la dimensione del Tempo, e sul tempo hanno potuto iniziare a scandire la loro esistenza, i ritmi quotidiani, le semine. Il divenire. 

L'era astrologica dei Gemelli, infatti è importante, perché è in questo periodo che si scopre la ruota, ed essendo un segno governato da Mercurio, è governato dalla dimensione della comunicazione (la scrittura cuneiforme risale a quel periodo). 

Gemelli che indicano tutta una simbologia che si lega poi all'albero della vita, con i due guardiani "laterali", che rappresentano le due energie contrapposte maschile e femminile, come le nostre pavoncelle sarde.


E ancora, sul concetto di gemellare(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html) 

"Questo concetto del gemellare, del doppio, dello specchio, ho notato che è molto presente, nella nostra Antica Civiltà Sarda.. 

Capovolto, pavoncelle, Tanit capovolta, ombra capovolta nel pozzo di Santa Cristina, gradini superiori(impraticabili) e inferiori, speculari, in molti pozzi sacri, compreso il Santa Cristina..

Ed è presente anche a livello linguistico.

Ne è un esempio proprio la parola "Janas", che letto al contrario diventa "sanaj", guarire, 

Una specularità che affida alla parola speculare, la funzione del divinizzante, del guarire, del trasmutare.

Si guarisce attraverso il sonno, attraverso le Frequenze terapeutiche dei 110 hz, tipica delle Domus e dei luoghi di culto, sacri. 

"su sonu de su sonnu"

Il suono, la frequenza del sonno.

Dell'incubatio, di cui già avevo parlato.

"sonu" letto al contrario, diventa "unos".

Perché tramite su sonu/sonnu terapeutico si diventa uno con la dimensione spirituale. 

È come se lo speculare fungesse da energia opposta e simile per energizzare il dinamismo alchemico e coadiuvare il processo di trasformazione e divinizzazione/guarigione.

In questo senso, mi risuona molto il concetto di pozzo di Sant'Anastasia, gemello del Santa Cristina, finalizzato ad una ottimizzazione e completamento del processo alchemico di guarigione/rinascita.

Il "gemellare/speculare", consente un circuito "chiuso" incontaminato di energia, che scorre tra le due polarità opposte, come nel Sacro Vajra, come nella Kundalini.

Tutte le Antiche divinità erano rappresentate con le braccia aperte e due animali uguali e speculari in mano, stesso concetto per la Tanit, per Inanna.. La specularità è androginia sinergica, forze in equilibrio che possono creare e trasformare."


E questo concetto di speculare/gemellare è particolarmente evidente nel pozzo di Santa Cristina, con l'ombra che si proietta al contrario, con i gradini doppi, speculari(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/ombra-capovolta-santa-cristina.html) 

" Ed è proprio sulla tholos del pozzo di Santa Cristina, la parte che più somiglia al nuraghe, che viene impressa questa immagine capovolta. 

Immagine capovolta che è veicolo della divinizzazione, che ha in sé gli elementi maschili e femminili che gli vengono "rilasciati" dalla stessa pietra su cui si manifesta, come fosse una parete all'interno di un nuraghe androgino, divinizzato. 

Il pozzo di Santa Cristina, ha un suo gemello nel pozzo di Sant'Anastasia. 

I due gemelli, speculari, custodiscono gli opposti, custodiscono il Divino e ne sono sua manifestazione. 

L'ombra proiettata, capovolta, custodisce il divino, e permette la divinizzazione dello stesso umano, che, solo illuminato dal Sole, si rivela nella sua parte divinizzata. 

L'ombra è la prova speculare che l'Umano è stato divinizzato dal Sacro potere del Sole, e nella sua forma capovolta sta rinascendo.

Cosi come sono capovolti e speculari, i 12 gradini che sono al di sopra dei 24  gradini di discesa che portano verso la cisterna del pozzo. 

Dodici come il dodicesimo anello della tholos del pozzo, sul quale, il 21 aprile di ogni anno si verifica una ierofania, con un preciso significato simbolico.

[...] Perché solo l'ombra può rivelare la presenza della Luce, del Divino nello stesso umano. 

A mezzogiorno non si crea nessuna ombra di riflesso, poiché i raggi del sole cadono perpendicolari e la stessa ombra(il divino), è implementato nell'umano.. 

E allora, diventa veicolo di Manifestazione l'acqua, il Femminile alchemico, che purifica e proietta un'immagine capovolta, divinizzata. 

L'acqua, speculare e gemella della sua controparte solare, il Fuoco. 

Acqua e Fuoco che agiscono insieme, in sinergia, in contemporanea, per divinizzare l'Umano in un abilissimo e sofisticato gioco di riflessi, con un alto valore simbolico e alchemico. 

Solo qui in Sardegna, sempre attentissimi all'equilibrio degli opposti, potevano creare una tale perfezione.

Una rifrazione che rappresenta la stessa rifrazione dell'occhio umano.

Sulla retina le immagini si imprimono al contrario. È il cervello, ad elaborare nel verso giusto.

Stupefacente.."


Questo doppio, in questa immagine della Domus de Jana, ha il simbolismo del divino che si realizza nella Materia.

Della divinità solare e lunare, taurina/uterina, che si manifestano nel suo doppio speculare, nel suo gemello, nel nuraghe.

E se è vero che la protome taurina/uterina è come una barca solare egizia, l'imbarcazione rituale che percorreva i due cieli trasportando il sole rigenerato ogni giorno all'alba e divenendo poi con il dogma eliopolitano simbolo religioso di rinascita dalla morte a nuova vita, la protome, questa falce di luna, femminile e maschile insieme, per come è stata rappresentata qui, in questa Domus de Jana, trasporta il sole, il Nur, il Fuoco, il Nuraghe che custodisce il senso stesso della creazione, poiché è Nur(fuoco), ma anche Nun(acqua), con la stessa radice fonetica, poiché sono due concetti gemellari ed opposti, imprescindibili l'uno dall'altro.

E tutto questo, molto, molto prima di tutte le antiche civiltà, compresa quella egizia, che sul gemellare e speculare, era circoscritta al concetto della placenta, considerata Sacra, poiché rappresentava la parte spirituale del corpo, il gemello astrale.

E prima anche delle rappresentazioni, in ogni civiltà, delle divinità in posizione speculare come una Tanit, con le braccia aperte e due animali, o oggetti simili, tenuti per mano, ad indicare l'unione degli opposti, l'equilibrio.

E parliamo di Domus de Janas, 6000, 7000 anni fa.

Non so se rende l'idea. 

E parliamo di un nuraghe rappresentato in questa protome (cosa può essere un tronco di cono, se non un nuraghe?)  prima che venissero creati, poiché evidentemente, c'era già un progetto concettualmente simbolico di ciò che avrebbero dovuto rappresentare.

Il concetto stesso della creazione sinergica, nel grande grembo della nostra terra. 


Tiziana Fenu

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Protome speculare Domus Nughedu



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