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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, aprile 14, 2022

💜I Greci la veneravano..

 I Greci la veneravano come la  divinità della bellezza e dell’amore erotico. Secondo Esiodo, Afrodite era nata dalla schiuma (aphros) che circondava i genitali di Urano, quando questi gli furono tagliati e gettati in mare. 

Veniva chiamata anche Cipride e Citerea, in onore delle due isole su cui si narrava che fosse approdata per prima. Il racconto di Esiodo, pur utilizzando una forma mitologica, in realtà metteva in luce il fatto che i Greci riconoscevano in Afrodite una divinità di origine asiatica, simile a Ishtar, ossia una dea creatrice, patrona della vegetazione e della guerra, regina del cielo. 

L’epiteto Afrodite Urania («Afrodite celeste») conferma questa associazione (anche se Platone aveva cercato di proporre una interpretazione più consona a una dimensione spirituale). 

La dea venerata a Corinto con questo titolo era celebrata con riorgiastici, caratteristici di una forma di religiosità di origine asiatica piuttosto che greca. In virtù della sua nascita dal mare, Afrodite era riverita anche in quanto dea del mare calmo, proprio dell’estate, e della navigazione propizia ed era associata alla tartaruga anfibia e a molti altri uccelli acquatici. 

Nella sua funzione di dea della fertilità, invece, era ritenuta la fonte di tutte le energie riproduttive: alla sua presenza, tutte le creature si colmavano di un intenso desiderio sessuale. Era inoltre la dea della frutta e dei fiori; e le stagioni, le Horai, stavano al suo seguito. L’amore nel regno di Afrodite diventava una potenza cosmica che si realizzava in se stessa, ossia un amore capace di produrre vita. Pur non essendo venerata in Grecia come dea della battaglia, spesso era affiancata, nel culto e nel mito, da Ares, il dio della guerra, con il quale Afrodite aveva avuto molti dei suoi figli (tra cui, secondo alcuni racconti, Eros, anche se l’associazione di Afrodite con Eros risale a un periodo tardo e deve essere considerata di origine letteraria, piuttosto che cultuale). 

Nei poemi omerici Afrodite viene presentata nelle vesti di una dea dell’amore terreno decisamente poco potente; privata della sua origine straniera, viene presentata come figlia di Zeus, il padre di tutti gli dei, perché nata dalla sua unione con Dione, una delle Oceanine, per sua parte anch’essa di secondaria importanza. Per Omero, Afrodite, la dea dell’amore spontaneo, era sposata a Efesto, l’artigiano zoppo. 

Ma Omero stesso riconosce quanto sia ridicolo immaginare Afrodite come una sposa fedele: otata al suo vero essere, tradisce il marito con il suo lungo legame amoroso con Ares. Sebbene i Greci venerassero Afrodite prima di tutto perché era una divinità legata all’erotismo, tuttavia non si persero completamente quei legami più antichi che la associavano alla creatività del cosmo. L’amore ispirato dalla dorata e solare Afrodite era un calore capace di infondere la vita, era amore per il proprio personale interesse e piacere, senza alcun riguardo per la progenie oppure per il potere. Tutte le diverse manifestazioni dell’amore, fisicamente appassionato, maritale oppure adultero, eterosessuale oppure omosessuale, cadono direttamente sotto il suo controllo. Nessuno è immune da questo amore tranne le tre dee vergini, Hestia, Atena e Artemide, e pure Afrodite stessa devsoccombere all’amore, a quanto risulta dai racconti del suo amore per Anchise e per Adone. 

Ugualmente, quando si esaminano le tradizioni greche che riguardano Afrodite, si intravede ancora, sia pure debolmente, l’antica identificazione della dea dell’amore con quella della morte: quasi in ogni racconto narrato in suo onore, infatti, rientrano i temi della separazione, dell’abbandono, della colpa e della perdita, che sono intimamente collegati all’amore.


Tratto da DIZIONARIO DEGLI DEI Mediterraneo , Eurasia , Estremo  Oriente di Mircea Eliade

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Nicolas Mignard "Venere e Adone" 1650

I Greci la veneravano



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