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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, aprile 13, 2022

💜C'è un Dio..

 C’è un dio senza nome, lo Sposo, che giace come morto, su un letto-altare. 

La Sposa lo osserva, immobile. 

Non ha ancora intonato il suo canto d’amore. 

Siamo nella dimensione senza tempo di prima dell’inizio: Lo Sposo Dorme, la Sposa Tace. 

Le sillabe non sono state ancora create quindi non ci sono i nomi e senza nomi non ci può essere né la coscienza dell’individualità né la conoscenza del mondo e delle cose. 

In questo fermo immagine che pare eterno improvvisamente accade qualcosa: dai tre vuoti creativi della Dea, la Gola, la Vagina, il Cuore, escono tre suoni. 

L’effetto è strabiliante. Le onde dell’Oceano infinito, che fino ad allora scorrevano senza posa intorno alla dimora degli Sposi, l’Isola delle Gemme, si fermano, si scontrano tra loro, si innalzano, draghi immensi, per rituffarsi schiumando, nelle acque scure. 

La Dea comincia a cantare, nasce il suono e loro, le Tre Potenze Primordiali, svelano i loro nomi. 

La prima Potenza si chiama Anuttara, l’Eccellente. È la Potenza Suprema, e la sua “voce” è la sillabaअ A. 

La seconda Potenza è Icchā, il Desiderio. È la Potenza della Triplice Volontà ela sua voce èइ I. 

La terza Potenza è Unmeṣa, l’Espansione. È la Potenza del Soffio e dell’Apertura degli Occhi, la sua voce èउ U. 

Sono loro, A, I, U, le tre Potenze Primordiali. 

Si urtano e rimbalzano l’una sull’altra, creando le direzioni dello Spazio, e l’alternarsi del loro emergere e penetrare nel corpo della Sposa dà vita al Tempo. 

Adesso, solo adesso, ci sono un prima e un dopo, e la voce risuona in luoghi e momenti diversi. 

Nel loro manifestarsi le Tre Potenze vengono dette Solari, e l’eco delle loro voci, il loro frangersi in onde, genera le Potenze Lunari. 

Dallaअ A, Anuttara, nasce la Potenza Lunare della Beatitudine, Ānanda, la cui voce èआ Ā. 

Dalla इ I, Icchā, nasce la Potenza Lunare della Creatività, Īṣaṇā, la cui voce èई Ī. 

Dallaउ U, unmeṣa, nasce infine la Potenza Lunare dell’Onda, Ūrmi, che per voce ha laऊ Ū. 

È così che si formano le prime sei sillabe dell’alfabeto sanscrito: A – Ā – I – Ī – U – Ū. 

È a questo punto che lo Sposo comincia a svegliarsi. 

Socchiude le palpebre e la Luce, dopo un sonno durato mille e mille anni, lo ferisce. La settima sillaba insorge spontaneamente ed è la semivocaleर RA, la Luminosità, vibrazione fondamentale dell'elemento Fuoco. 

Śiva apre gli occhi e la vede, vede la Sposa, Śakti, e si stupisce della sua Bellezza e della sua Grazia. 

Dallo Stupore che blocca, raggela, metallizza si genera la sillaba ल LA, la vibrazione fondamentale dell'elemento Terra. 

È coì che nascono le ashtamātṝkā, le otto Madri della Parola: A – Ā – I – Ī – U – Ū – RA – LA. 

Dallo stupore emerge il ricordo di antichi abbracci (le otto posizioni fondamentali) e il desiderio dello Sposo, di accarezzare i capelli dell’Amata, di sorriderle, di baciarla si fa sempre più forte. 

L’istanza del movimento è la sillabaय YA, vibrazione fondamentale dell’elemento Vento. 

Il contatto con il corpo dell’Amata, si muta in eccitazione, il pene del Dio, lo Śivaliṅga, diventa turgido svelando la sua capacità creativa, il potere della generazione rappresentato dalla sillabaव VA, vibrazione fondamentale dell’elemento Acqua. 

Nell’erezione c’è già, in potenza, l’atto sessuale, con la prefigurazione dell’alternarsi di Penetrazione ed Emergenza. 

Espresso da altri due suoni: la acca aspirata अः AḤ detta in sanscrito visarga (che significa orgasmo, emissione) e la emme nasalizzata Ṃ detta in sanscrito anusvāra (“ciò che viene dopo il suono”). 

Dal combinarsi del visarga con Ṃ nasalizzata dell’anusvāra nasce il “Principio di Individualità”: अहम् AHAM, "IO", prima persona singolare. Scrive Giuseppe Tucci in “Teoria e Pratica Del Mandala”: 

“Il Principio di Individualità racchiude in sé le opposte tendenze alla espressione (अः AḤ)e al riassorbimento (अं AṂ) e quindi alla luce e al buio, al bene e al male, alla vita e alla morte”. 

In altre parole è nel desiderio e nell’erezione che ne scaturisce, che Śiva riconosce se stesso. 

Per questo il suo simbolo è il Linga, il pene eretto. 

È grazie all’energia sessuale della Dea, che lo porta all’eccitazione, che Śiva può ri-creare consapevolmente l’Universo. 

Sul Letto Altare dell’Isola delle Gemme l’eccitazione del Dio aumenta ad ogni gemito della Sposa. 

Lo sa, Śiva, che l’eiaculazione porrà fine alla Danza, meravigliosa della Creazione. Cerca di allontanare il momento dell’emissione, cercando, ad ogni nuovo orgasmo della compagna la Quiete dell’Assorbimento nel Sé.

Ad ogni sillaba va così ad aggiungersi l’anusvāra, Ṃ, che rappresenta, appunto, il ritorno, per un istante, alla Quiete. 

A poco a poco si viene creando il cerchio delle 16 Nitya, le 16 vocali sanscrite inscritte nel quinto cakra, il cakra della Gola. 

Se le prime otto sillabe A – Ā – I – Ī – U – Ū – RA – LA erano ricordo e insieme prefigurazione dei gesti amorosi, ogni suono, ogni gemito è, adesso, un orgasmo diverso e quindi un atto compiuto, un ente a se stante: AṂ – ĀṂ – IṂ – ĪṂ – UṂ – ŪṂ - ṚṂ - ṜṂ - ḶṂ - ḸṂ - EṂ – AIṂ – OṂ – AUṂ. 

La quindicesima sillaba del cakra della gola AṀ, l’anunāsika[6]) preannuncia l’Orgasmo simultaneo dei due Amanti, il visarga, AḤ.


Tratto da "La danza degli Dei: il. Kamasutra e la dottrina delle vibrazioni" di Paolo Proietti


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