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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, aprile 22, 2022

💛Sheela-na-Gig (Sacred Symbologies)

 A proposito di nascita e rinascita, consono a questa Pasqua di rinascita, ho trovato molto significativa la rappresentazione di queste Sheela-na-Gig, rappresentative del culto dei poteri rigenerativi dell'Antica religione celtica, prima nei siti megalitici, e in seguito, nelle stesse chiese cristiane.

Le Sheela-na-Gig erano in relazione con le svariate Dee celtiche, e le origini pare facciano riferimento al 400 d.C, e il maggior numero di esse viene riportato nei primi monasteri cristiani fondati dai monaci-druidi, edificati, come spesso accade, sugli stessi siti dell'Antica religione precristiana, con chiesette in legno intorno alle quali si sviluppava la costruzione del villaggio.

Come i nostri Sardi agglomerati nuragici, come quello di Barumini.

Inoltre le Sheela-na-Gig venivano  scolpite sui menhir o stele di pietra, spesso vicino ad un pozzo Sacro, o nelle tombe a corridoio, spesso affiancate da megaliti fallici, seppelliti al di sotto degli altari delle chiese inglesi  dell'XI-XII secolo. 

Questo lo avvicina alla nostra Antica Civiltà Sarda, perché anche noi abbiamo le tombe a corridoio le Tombe dei Giganti.

Questo accoppiamento "Sheela-na-Gig /lingam", rappresenta le due epifanie della ierogamia, dell'Unione Sacra e mistica tra l'energia maschile e femminile. 

Come avevo già scritto tempo fa(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0), un primo primordiale abbozzo di Sheela-na-Gig, l'abbiamo anche noi, in Sardegna, nella Domus de Jana Mesu e Mont'e, ad Ossi, in provincia di Sassari, risalente al 4000 aC, circa, dove, non solo abbiamo una primordiale rappresentazione di una Sheela-na-Gig, con un rombo centrale e le gambe ad "M", tipica delle partorienti, ma anche un simbolo circolare con doppia circonferenza e tre elementi al centro, simbolo della Sacra Creazione triadica, con una rappresentazione anche della doppia "imbarcazione" solare, che porta al suo interno il simbolo della manifestazione divina solare sulla terra, il nuraghe, dell'energia monadica primordiale del vuoto/pieno, di ombra/luce, di terra/cielo, che è proprio il filo conduttore di questo sacro concetto di ierogamia, di matrimonio mistico.

Concetto, che risalendo fin dagli antichi siti megalitici, è rimasto fino ai giorni nostri, perché il simbolismo della Sheela-na-Gig è complementare a quello del "Fallo cosmico, universale", che corrisponde, come concetto, a quello della Vesica Piscis.

Vesica Piscis, nella quale si intersecano gli Opposti, ed entrambi subiscono l'alchimia della trasformazione.

La "vulva/utero" come una caverna, come un ventre a cui si accede ad una dimensione Sacra, iniziatica( pensiamo a Giona e la balena, alla caverna platonica).

Dove vi è l'esperienza sacra della morte e della rinascita, di cui la Grande Madre, è Custode e artefice, anche se poi, nel corso dei secoli, questa iconografia ha perso il suo significato originario, venendo ad assumere dei connotati negativi, di immoralità, di ammonimento contro gli eccessi sessuali.

Ma penso anche che, nonostante tutto, la simbologia primordiale, di unione, di ierogamia delle due energie creatrici, sia rimasta inalterata, anche se "adattata".

La stessa simbologia della Vesica Piscis, della "mandorla mistica" che è presente nella Sheela-na-Gig, la ritroviamo nell'antica iconografia cristiana, dove circonda la figura del Cristo, di Maria, dei Santi, dove l'Umano e il Divino si intersecano, in quella "mandorla" che rappresenta la vita, la nascita, la rinascita, la verità, il rinnovarsi continuamente, l'immortalità.

La mandorla in Ebraico viene tradotta come "luz", e il luz, anatomicamente, corrisponde a quella parte terminale del coccige, dove, esotericamente, ha sede l'Anima, che è androgina, come lo stesso Cristo, in senso spirituale, poiché ha in sé le due polarità, yin e Yang, in equilibrio.

Un Cristo che appare, nelle iconografie cristiane, come dentro una vulva, poiché l'eredità mitocondriale, genetica, integra, totale, è solo da parte di madre. Il sangue reale tra consaguinei nelle antiche civiltà, era preservato con questi legami.

Una vagina che accoglie anche il Femminile, come la figura di Maria.

Questa Vulva, che si apre come una ferita, come un parto dal quale sgorga sangue.

Come la ferita di Cristo sul costato.

Quel sangue "umano", ma che rappresenta l'energia divina  completa, monadica, androgina, incarnata nella dimensione terrena, che rappresenta nel contempo, vita, morte e rinascita, trasformazione.

Un concetto, quello di rinascita, trasformazione, rigenerazione e immortalità, che stava, e sta stretto, alla chiesa, nonostante l'incongruenza della resurrezione del Cristo, e nonostante lo si sia continuato a rappresentare all'interno di questo "portale" tra il mondo materiale e quello spirituale, tra il Femmineo e il Mascolino, e tra tutti gli Opposti, che tenacemente si continuano a contrapporre, annullando ogni possibilità di continuità e fluidità energetica all'interno dello stesso concetto di immortalità, di cui la donna, la tanto demonizzata donna, in ambito cattolico, al punto da esporla come modello di dissipatezza sessuale, proprio con il simbolo della Sheela-na-Gig, è Custode e artefice, con la sua vulva, simbolo di vita e di morte, quando rilascia l'ovulo non fecondato.

Il Cristo Risorto del Beato Angelico, del 1440, nel Convento di San Marco a Firenze, è rappresentato proprio in una mandorla di luce, nella quale è avvenuto il mistero della trasfigurazione, oltre la dura scorza legnosa(il legno del percorso iniziatico, della via Crucis), vi è il bianco virginale e puro dell'Essenza che rinasce a nuova vita, integra, completa, divinizzata


Tiziana Fenu

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Sheela-na-Gig (Sacred Symbologies)











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