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mercoledì, aprile 13, 2022

💜22/06/1209

 22 Luglio 1209 

Béziers, una cittadina in piena Languedoc, nel sud della Francia. 

Non lontano dalla Provenza e dal villaggio di Les Saintes Maries de la Mer. Fra Montpellier, Narbonne, Carcassonne, Perpignan, Rennes le Château. Nel pieno di quella che fu la terra Catara. 

Oggi Béziers è una ridente cittadina a breve distanza dal mediterraneo, con un clima mite, un castello e un ponte medievale, che sorge sulle rive del fiume Orb, circondata da un rigoglioso paesaggio verde. Un luogo delizioso e fortunato. 

Ma la memoria storica della città conserva l'angoscia di momenti infelici, nel corso dei quali accadde qualcosa di terribile, che i libri di storia delle scuole medie sono molto restii a descrivere, se non per brevi cenni. 

Fu proprio il 22 Luglio del 1209, giornata dedicata alla festività di Maria Maddalena, che Simon de Montfort (1165–1218), a cui era stato dato l'incarico di reprimere l'eresia catara, chiese ai cittadini di Béziers, in larga maggioranza cattolici, di consegnare i fedeli del catarismo nelle sue mani. 

La città si strinse, in un toccante impeto di solidarietà, intorno ai circa cinquecento catari, opponendo un deciso rifiuto alla richiesta del comandante. La reazione dei crociati fu inflessibile. Entrarono nel centro abitato, Simon de Montfort chiese in che modo avrebbe potuto distinguere i cattolici dagli eretici e, dal legato papale, Arnaldo Amaury, ottenne una risposta agghiacciante: - Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi -. 

Gli abitanti di Béziers furono sterminati. Circa ventimila persone, uomini, donne, vecchi e bambini, furono letteralmente trucidati. 

Il papa Innocenzo III non poteva permettere che l'eresia catara si diffondesse e costituisse una minaccia per la supremazia della Chiesa di Roma.

Ma l'azione repressiva non si fermò a Béziers. Simon strinse d'assedio Carcassonne, Albi, Castelnaudary, Castres, Fanjeaux, Limoux, Lombers, Montréal e altre località, nelle quali non si contano i roghi e le persone che furono arse vive. 

Nel corso di questa operazione fu rinforzato l'istituto della santa inquisizione, già nato nel 1184 ad opera di papa Lucio III. 

La “Ad abolendam diversarum haeresum pravitatem” fu perfezionata da Innocenzo III, ideatore della crociata contro gli Albigesi (sinonimo di Catari), e poi da Onorio III e Gregorio IX, proprio col fine di reprimere il movimento eretico sviluppatosi nella Francia meridionale e nell'Italia centrosettentrionale. 

In effetti i catari avevano diffuso le loro idee anche nelle terre di Lombardia e di Toscana, dove in seguito uomini come Dante Alighieri e Leonardo da Vinci ne avrebbero raccolto segretamente l'eredità spirituale. 

Più tardi la santa inquisizione avrebbe cambiato il proprio nome, prima in "sacra congregazione della romana e universale inquisizione", e poi in “congregazione per la dottrina della fede”, e uno dei suoi capi è stato recentemente Joseph Aloisius Ratzinger, poi diventato papa Benedetto XVI. 

L'ordine dei Domenicani fu quello maggiormente impegnato nelle opere della santa inquisizione. 

Cosa professavano i catari? E perché davano tanto fastidio alle autorità del Vaticano? 

I catari non costituivano una Chiesa con autorità gerarchiche e centralizzate al modo della Chiesa romana. Diciamo che erano un insieme di gruppi con elementi comuni, come la concezione dualistica che divideva il regno del bene da quello del male, l'idea di un dio buono (rex amoris), sovrano del mondo spirituale, e un dio cinico (rex mundi), sovrano del mondo materiale. 

Li accomunava anche il disprezzo per il potere temporale della Chiesa romana e per la sua ricchezza. I catari vivevano nella semplicità, lavorando alacremente e ispirandosi agli ideali del cristianesimo primitivo. 

Il consolamentum era il sacramento battesimale dei catari, che si eseguiva con l'imposizione delle mani, alla quale conseguiva la discesa dello spirito santo. 

Il consolamentum era esteso alle donne, trattate in generale con grande senso di parità, le quali potevano accedere anche al grado di perfectus e permettersi di predicare. Altro sacramento era una sorta di confessione collettiva. 

La loro visione aveva un carattere sostanzialmente gnostico, secondo la quale non bastavano la fede o l'intercessione sacerdotale per raggiungere la salvezza, ma un cammino interiore di perfezionamento. I catari erano vegetariani e credevano nella reincarnazione. Niente dogmi, niente eucarestia con la carne e il sangue di Cristo, niente dipendenza dalle autorità ecclesiastiche cattoliche. 

Ma uno degli elementi catari di maggior fastidio per la Chiesa di Roma era il culto della Maddalena. "Innanzitutto c'è il legame tra i catari e il culto della Maddalena. 

Come abbiamo visto, le dottrine gnostiche dei catari possono essere fatte risalire alle precedenti sette eretiche che esistevano nei Balcani - tranne il credo dei catari su Maria Maddalena e sul suo rapporto con Gesù. 

Come hanno sostenuto Yuri Stoyanov e altri, sembra essere il risultato di questo credo nella regione prima dell'arrivo dei catari, e la loro assimilazione all'insegnamento cataro. ciò lascia pensare che il pre-esistente culto della Maddalena prevedesse dottrine simili a quelle dei catari, aiutando, così, il processo di assimilazione. 

Perciò sembra che la crociata contro i catari, che continuò per altri 35 anni, sia stata in parte una copertura per la soppressione di Maria Maddalena da parte della Chiesa. 

Entrambe le eresie vennero sradicate con una ferocia senza precedenti". 

Pièrre des Vaux-de-Cernat, monaco del XII sec., accusava i membri di questa confraternita affermando: "Gli eretici dichiaravano che Santa Maria Maddalena era la concubina di Gesù Cristo". 

Per i catari Maria Maddalena, dopo la morte di Cristo, era approdata a bordo di un'imbarcazione nel villaggio di Retis, adiacente alla foce del Rodano, in Camargue, un villaggio che oggi porta il nome di Les Saintes Maries de la Mer, e da qui aveva iniziato un'opera di evangelizzazione nelle vicine Languedoc e Provenza. I catari sentivano le tracce della presenza fisica di Maria Maddalena sul loro territorio, e le erano oltremodo affezionati. 

Attraverso di lei la figura femminile poteva assumere un'immagine nobilitata e persino divinizzata. Quest'idea ispirava la poesia dei trobadors (trovatori), che cantavano nella lingua d'oc una sorta di amor cortese, in equilibrio fra la dimensione erotica e quella spirituale. 

Il canto trobadorico era detestato dalla Chiesa romana, perché ritenuto eretico. 

La Maddalena era tenuta in gran conto dai catari che, probabilmente, la consideravano depositaria del Santo Graal, se non il Santo Graal essa stessa. Era comunque ritenuta una discepola prediletta di Gesù, forse più importante degli apostoli maschi. Gli spirituali della Francia meridionale pensavano che, fra Gesù e Maria Maddalena, sussistesse una relazione al di là del semplice discepolato, forse un rapporto affettivo e passionale, che poteva anche prescindere dal matrimonio. 

Il Santo Graal, nella lingua d'oc, in realtà non era il San Graal, ma il Sang Raal o Sang Real, il sangue reale della dinastia davidica presente nei discendenti di Gesù. 

E Gesù e Maria, avrebbero avuto dei discendenti. “Tutto ciò che sappiamo – cioè quel poco che la chiesa ci ha permesso di sapere – sul culto nella Francia meridionale è che includeva qualche concezione insolita sul rapporto tra Maria e Gesù (che erano «concubini») e, dato che si fondeva così bene con il credo cataro, deve essere stato una forma di gnosticismo... Il fatto stesso che siano giunti fino a noi accenni ed echi del culto eretico lascia intendere che la chiesa non riuscì a sradicarlo del tutto. Ma nel corso della storia, la devozione verso Maria Maddalena in Francia ha conservato un sapore strano e decisamente non ortodosso”.


Tratto da "Maddalena e Gesù. Il femminino sacro nel cristianesimo primitivo" di David Donnini e Donatella Serra.


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Immagine "Maria Maddalena penitente" drl pittore fiammingo Nicholas Reigner, 1625



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