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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, aprile 11, 2022

💛Simbologia della palma

 Ripropongo, in occasione della Domenica delle Palme, approfondito e ampliato. 


Oggi mi ronzano in mente due  parole sarde  e una sanscrita 

-"prama(così chiamiamo, in sardo, l'intreccio delle foglie di palma per la domenica delle palme)  

-"sprama"( che vuol dire paura/spavento, in sardo) 

-"prana",  una parola sanscrita che significa "respirare, energia, soffio vitale" che passa attraverso i meridiani del nostro corpo eterico, a livello elettrico, tanto da essere chiamata, esplicata nella sua tecnica , Pranayama, il  "respiro degli immortali'.


Apparentemente tre parole che non c'entrano nulla l'una con l'altra, ma hanno più legami di quanto si possa pensare

Qui in Sardegna, abbiamo la famosa necropoli dei Giganti di Mont'e Prama, nella penisola del Sinis. Si dice che l'abbiano chiamata cosi per via delle numerose palme nane che in periodo prenuragico abbondavano nella penisola. Statue antecedenti alle sculture greche, e posteriori a quelle egizie, datate al XIII- IX sec. a.C.


Ma "prama" non ha solo il significato di palma. Va oltre, secondo me. Molto oltre.

Per gli Egizi la palma rappresentava la Bellezza, l'Armonia, la fecondità. 

Era rappresentata dalla Dea Hator, la grande Mucca celeste che creò il mondo e il Sole. 

La Dea Hator è rappresentata come colei che versa l'Acqua di Vita al defunto, al di sopra di una palma. 

"Siedero' in un luogo puro tra le foglie della palma dei datteri della Dea Hator"( tratto dal Libro dei Morti egizio). 

Palme che simboleggiano l'immortalità, che come un albero della vita, collegano cielo e terra. 

Ma la palma era anche l'immagine della Dea Tanit, rappresentata con una palma e due serpenti. 

E soprattutto la palma veniva usata, secondo le rappresentazioni egizie, dal Dio Anubis, Dio della morte, per  guidare le Anime nel Regno dei morti. 


Ma la parola "prama" è molto simile alla parola "prana", parola sanscrita che significa "respiro della vita, respiro immortale", importantissimo per mantenere in equilibrio psiche e corpo, e nel gestire e dominare emozioni come rabbia, sofferenza, frustrazione.  

Paura. Spavento.

Paura come "sa sprama", appunto

Due parole così simili "prama/sprama", e opposte. 

Dei Giganti di pietra che si ergono maestosi al di sopra delle altezze delle palme che dominavano la zona, in segno fiero e superbo di dominanza di quell'emozione di paura ("sa sprama" ) che prende gli umani al momento del trapasso nell' altro mondo( visto che Mont' e Prama)è una necropoli, quindi luogo di riti funebri.


Dei guerrieri, fieri e maestosi.

Degli Eroi, più precisamente.

Da "hiero-gamos", da coloro che hanno le due energie opposte in equilibrio.

Perché, questa è la ierogamia.

Sono le nozze mistiche tra le due energie opposte e complementari, che consentono l'atto mistico della Creazione.

Sono Co-Creatori. Manifestazione terrena del Divino.

Si ergono al di sopra delle stesse palme. 

Si ergono talmente al di sopra da diventare essi stessi delle divinità, come la Dea Hator, la grande mucca celeste, creatrice del mondo e del Sole. Ma anche colei che è portatrice di latte, nutrimento, vita, di spremitura/sprema/sperma. 

Spermatozoo dal greco "sperma-atos" che significa "seme"

Dove "quell'atos" è troppo simile all'Hator della Dea del latte nutriente. 

La Dea "Hator-utor" il cui Menat corrisponde all'ingresso del pozzo di Santa Cristina, che si fa fecondare dal Mascolino, dal sole(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0), perché lei rappresenta, con le sue corna taurine, anche le energie uterine, che agiscono in sinergia per la creazione. 

La Palma, tipica della Dea Hator, che quindi racchiude un'infinità di significato, e di conseguenza, anche la simbologia della Domenica delle Palme, affonda le radici in tempi antichissimi. 


 I Giganti sono a nutrimento stesso di quelle palme, con la loro "spremitura simbolica" di "sprema/sperma", come la Dea Hator che nutre le palme di acqua Sacra, al di sopra di esse, per contrastare, attraverso i riti sacri e funebri , "sa sprama" la paura/spavento della morte.

Antichi riti intrecciati alle foglie della palma, che simbolicamente indicano i raggi solari, il Dio Sole, di cui ancora si conserva la tradizione  nella confezione de "sa prama" sarda, l'intreccio delle foglie di palma che vengono benedetti la domenica delle Palme. 

E i Giganti sapevano bene come connettersi con il Divino

Vincendo "sa sprama "( la paura/lo spavento) con il prana, con il respiro. 

Sprama/prama/prana. 

Sappiamo bene quanto la paura agisca per prima sulla respirazione. 

Il respiro si fa breve e frequente, non entra in circolo sufficiente ossigeno, viene l'affanno. Paura di affrontare  simbolicamente la morte, visto che era un sito funebre. 


E allora, i Giganti Dei, si ergono al di sopra delle palme, come Divinità, a fertilizzate le palme( prama) con il loro seme ( ben più potente dell'acqua pura della Dea Mucca Hator), come degli Atos/Giganti sardi padroneggianti e vincitori sul Monte Prama, e coloro che con il "respiro/ Prana" sono riusciti a dominare la paura, lo spavento ("sa sprama" ) della morte. 

D'altronde, questa fertilizzazione simbolica, è ben rappresentata dal Gigante che, da sotto il gonnellino, il meato uretrale, la via Lattea "spermatica", e anche la via dell'oro, dell'urina, come avevo approfondito in precedenza(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=0) 

"E lo sperma creatore, passa nel meato, nel condotto urinario, che è presente anche nelle femmine, e che nel maschio, si alterna con il passaggio dell'urina. 

Rappresentare questo esterno condotto ur-inario, nel Gigante di Mont'e Prama, in modo così inequivocabile, simboleggia la rappresentazione di una appartenenza Regale, a quella dimensione Solare e Sacra, a cui gli Antichi Sardi si sentivano devoti. 

La particella "Ur" significa Fuoco Sacro, il Fuoco della trasmutazione

È l'Oro della trasmutazione

L'urina, o per meglio dire, l'Ur-ina, è sempre stata considerata Sacra in ogni civiltà, fin dai tempi antichissimi

L' Oro del sangue

Un potente mezzo di autoguarigione

[...] Giganti di Mont'e Prama, sono dei Co-creatori Divini, e lo hanno voluto manifestare in questo messaggio straordinario subliminale, attraverso quel meato uretrale esibito, come un passaggio sacro, la via della conoscenza. 

I Giganti che mostrano la potenza del "Nu" dello sperma Divino, attraverso l'Ur( il Fuoco Divino), l'Ur-etra, visibile attraverso il meato uretrale ostentato"

I Giganti sono i testimoni in terra, della potenza divina, di YHWH, che troviamo scritto spesso, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

È presente negli stessi Sigilli di Tzricotu, dei Giganti. Alchemicamente, lo stesso nome di Dio,, significa "acqua di fuoco", un perfetto equilibrio tra le due energie opposte, e la via della rinascita era su quella Via Lattea "spermatica", lungo l'asse "Sirio/cintura di Orione/Aldebaran(occhio del Toro", attraverso la quale si raggiungeva l'Oro del T-Oro, la trasmutazione alchemica in Oro, dopo l'iniziazione, rappresentata dalla T. 

La T della Tau, la croce alchemica della conoscenza(non della sofferenza  in senso prettamente cattolico). 

La stessa T che delinea l'arcata sopraciliare e il setto nasale dei Giganti di Mont'e Prama. 

Con i loro "doppi occhi". 

Uno paio per guardare in faccia la vita, un paio per guardare in faccia la morte, e non averne paura. 

I doppi occhi della Conoscenza, oltre la vita. 

Come gli occhi dei barbagianni, puri animali traghettatori dell'aldilà

Il grido "de sa stria"del barbagianni /babbajanni/ b'abba-jana" 

I "doppi occhi ", per vedere dopo la morte, che si trovano anche nelle Domus de Janas, spiralizzati come vortici, che rappresentano il divenire ciclico dell'universo, il respiro cosmico. 

La ripetizione ciclica tipica del Femminino. 

Guardacaso, il complesso archeologico, del Sinis fu frequentato fin dal periodo neolitico– come attesta l'importante sito archeologico di Cuccuru S'arriu, dalla presenza di un idolo femminile in stile volumetrico.  

Una Dea Madre "tonda" come una civetta, come un piccolo barbagianni, come uno scarabeo egizio, di cui ne anticipa i tempi di almeno 3.500 anni, nella sua ritualistica funzione di psicopompo per il mondo dei morti. 

Tonda come una colombella, le nostre pavoncelle sarde, che insufflano l'afflato divino davanti all'albero della vita, con il loro respiro spiralizzato(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/mi-e-sempre-piaciuta-la-pavoncella_28.html?m=0) 

E la pavoncella/colomba, è proprio il simbolo della Pasqua. 

La Palma è anche l'immagine della Dea  Tanit, molto celebrata in Sardegna (palma con due serpenti), chiari riferimenti al culto della Dea Madre e Albero della vita.

"Cuccuru s 'Arriu" significa "sommità, origine del fiume", ma molto simile come parola, anche alla parola sarda "arrisu", che significa "risata"

"Arriu/arrisu". 

Gli Dei, si dice, nascono da una risata. 

Basti pensare alla potenza catarchica del nostro "riso sardonico", della nostra maschera ghignante di San Sperate. Che non è un riso di sofferenza, ma di rinascita, solare (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0). 

Una necropoli di Giganti combattenti, fieri e orgogliosi che vincono la paura della morte, celebrando l'immortalita', tramite la loro forza fertilizzante spermatica sulle palme, e del loro respiro pranico che vince la stessa paura della morte, nelle quali intrecciano memorie del loro passaggio fino alla domenica delle palme, e che sorge affianco ad un'altra necropoli dedicata al Sacro Femminino della dea Tanit, simbolo della fertilità, rappresentata da una palma con due serpenti. 


Due serpenti mercuriali, che indicano l'unione del maschile e del femminile

Lì alla sommità, all'origine del fiume, che è un inno alla vita, una risata di vita, e di sberleffo e vincita sulla morte, che nasce nell'Utero di Madre Terra,  attraverso lo sguardo fiero di questi Giganti che osano dove non osano gli uomini. 

Osano a provare a vivere. 

Gli Dei della loro stessa esistenza

Mont' e Prama non è solo " il Monte delle Palme". 

No, troppo riduttivo.

Rappresenta la nostra stessa identità di semidei. Che affrontano e sfidano la morte con una risata, con un soffio di vita pranico, con la loro creatività spermatica. 

Al di sopra delle stesse palme

Padroni della loro stessa immortalità 

Grandi Guide, in un momento come questo, in cui la paura attacca soprattutto il respiro..i polmoni...

Gli Dei insegnano che siamo Dei.

Se lo vogliamo. 


Tiziana Fenu

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Simbologia della palma ampliato
















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