La nascita del principio maschile da quello femminile è, come abbiamo visto, un tema ricorrente nei testi tantrici, ma ancora più spesso troviamo che «in principio vi era l’androgino».
Le due forze fondamentali dell’universo, quella femminile e quella maschile, erano inizialmente riunite in un unico essere.
Anzi, in un unico punto detto bindu.
È da questo punto che scaturisce la vibrazione, o suono, che è la sostanza dell’universo.
Ed è sempre da questo punto che scaturiscono lo spazio e il tempo.
Lo spazio, femminile, e il tempo, maschile, sono solo apparentemente divisi.
Tutte le divisioni sono solo apparenti, così come lo sono tutte le coppie di contrari che vengono sempre viste in termini sessuali. Yin e yang per i taoisti, manifestazioni di Shakti e Shiva per i tantristi.
Il divino è «ciò in cui tutti i contrari coesistono», ovvero qualcosa di molto simile, se non identico, al tao. Non dimentichiamo che etimologicamente sesso significa «separato» ed è proprio questa primordiale separazione che le pratiche tantriche e taoiste tendono a superare.
Nel Dao de jing si dice che quando la terra (il femminile) e il cielo (il maschile) si uniscono producono «rugiada dolce». Nello Sri Sivatattva si dice che quando Shiva e Shakti sono uniti, la loro unità è voluttà.
La «voluttà» è la loro realtà.
La loro realtà separata non è che illusione.
La separazione tra i sessi è quindi un’illusione. Esattamente come illusione è la percezione che materia ed energia, spazio e tempo siano cose diverse.
Sono un tutt’uno ci dicono non solo tantristi e taoisti ma anche i fisici del nostro tempo. Ritrovare questa unità primordiale concretamente nel proprio corpo è la ricerca «voluttuosa» che ci accingiamo a fare.
Tratto da Francesco Casaretti " Tao e tantra L’antica magia dell’eros"
Maldalchimia.blogspot.com
La nascita del principio maschile
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