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venerdì, aprile 15, 2022

💜La scienza delle lettere

 LA SCIENZA DELLE LETTERE (Ilmul-Huruf)


Nei preliminari a uno studio su “La Théodicée de la Kabbale", Warrain, dopo aver detto che «l'ipotesi cabalistica è che la lingua ebraica sia la lingua perfetta insegnata da Dio al primo uomo», crede di dover fare delle riserve sulla «pretesa illusoria di possedere gli elementi puri della lingua naturale, mentre non se ne possiedono che deformati frammenti».

Egli ammette comunque che «rimane probabile che le lingue antiche provengano da una lingua ieratica composta da ispirati», che «devono esserci dunque delle parole che esprimono l'essenza delle cose e i loro rapporti numerici», e che «si può dire altrettanto per le arti divinatorie».

Pensiamo che sarà bene fare qualche precisazione su tale questione; ma teniamo a far notare subito che Warrain si pone da un punto di vista che si può dire soprattutto filosofico, mentre noi intendiamo tenerci qui

strettamente, come d'altronde facciamo sempre, sul terreno iniziatico e tradizionale.

Un primo punto sul quale importa attirare l'attenzione è questo: l'affermazione secondo la quale la lingua ebraica sarebbe la lingua stessa della rivelazione primitiva sembra di fatto avere soltanto un carattere meramente exoterico e non essere al fondo della dottrina cabalistica ma, in realtà, coprire semplicemente qualcosa di assai più profondo.

Ne è prova il fatto che la stessa cosa si riscontra anche per altre lingue, e che questa affermazione di «primordialità» non potrebbe, presa alla lettera, essere giustificata in tutti i casi, poiché vi sarebbe una contraddizione evidente. È così in particolare per la lingua araba, ed è persino un'opinione abbastanza comunemente diffusa, nei paesi in cui essa è

uso, che essa sarebbe stata la lingua originale dell'umanità; ma quel che è notevole, e che ci ha fatto pensare che lo stesso valga anche per la lingua ebraica, è che quest'opinione popolare è così poco fondata e così sprovvista d'autorità da essere in contraddizione formale con il vero insegnamento tradizionale dell'Islam, secondo il quale la lingua «adamitica» era la «lingua siriaca» “loghah suryaniyah”, che non ha d'altronde nulla a che vedere con il paese designato attualmente con il nome di Siria, né con qualcuna delle lingue più o meno antiche di cui gli uomini hanno conservato il ricordo fino ai nostri giorni. Questa “loghah suryaniyah» è propriamente, secondo l'interpretazione data al suo nome, la lingua dell'«illuminazione solare», “shems-ishraqyah”; di fatto, “Surya” è il nome sanscrito del Sole, e ciò sembrerebbe indicare che la sua radice “sur”, una di quelle che designano la luce, apparteneva anch'essa a questa lingua originaria.

Si tratta dunque di quella Siria primitiva di cui Omero parla come d'un'isola situata «al di là di Ogigia», il che la identifica con la Tula iperborea, e «dove sono le rivoluzioni del Sole». Secondo Giuseppe, la capitale di questo paese si chiamava Eliopoli, «città del sole» [Cfr. “La Cittadella solare” dei Rosacroce, “La città del sole” di CampaneIla, ecc.

A questa prima Eliopoli dovrebbe in realtà essere riferito il simbolismo ciclico della Fenice], nome dato in seguito alla città d'Egitto chiamata anche On, allo stesso modo che Tebe sarebbe stato inizialmente uno dei nomi della capitale di Ogigia.

I successivi trasferimenti di questi nomi e di molti altri ancora sarebbero particolarmente interessanti da studiare per quel che concerne la costituzione dei centri spirituali secondari di diversi periodi, costituzione che è in stretto rapporto con quella stessa delle lingue destinate a servire da «veicolo» alle forme tradizionali corrispondenti.

Queste sono le lingue alle quali si può propriamente dare il nome di «lingue sacre»; e precisamente sulla distinzione che dev'essere fatta tra queste lingue sacre e le lingue volgari o profane, poggia essenzialmente la giustificazione dei metodi cabalistici, come anche dei procedimenti similari che si trovano in altre tradizioni.


Tratto da René Guénon "Simboli Della Scienza Sacra"

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L'isola di Ogigia, secondo alcuni studi, è identificabile con la Sardegna

(http://pierluigimontalbano.blogspot.com/2020/10/archeologia-chi-era-calipso-la-ninfa.html?m=1)

 Dipinto di Luca Giordano(1634-1705), "Ulisse e Calipso"

La scienza delle lettere




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