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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, aprile 15, 2022

💜Nella tradizione Indiana

 Nella tradizione indiana, addirittura nei primi libri sacri dell’induismo, i Rig veda, troviamo la Grande Madre che partorisce due sorelle gemelle, una scura e l’altra luminosa. All’oscurità è associata la quiete, alla luce il movimento. Esattamente come nello yin e yang.

Ma proprio come nello yin e yang, quiete e movimento si alternano in una successione circolare. È dall’oscurità che nasce la luce per poi farvi ritorno. È dalla quiete che nasce il movimento per poi tornare alla quiete stessa. Non c’è opposizione. Non c’è dualismo. Luce e oscurità, così come tutti i contrari di questa terra, bene male, piacere e sofferenza, vita e morte, non sono considerati forze contrapposte ma semplicemente come fasi di un continuo processo di trasformazione che si ripete incessantemente.

Le due gemelle, di cui parlano i Rig veda, nascono dalla stessa yoni (vagina) e in essa fanno ritorno. La yoni viene a volte indicata con il termine ambak, che significa «occhio» ma anche «madre».

Aspetti dell’antico culto della Grande Madre sono significativamente presenti nell’arte indiana, come negli stessi ideogrammi cinesi. Il bene, ciò che è buono, lo troviamo nell’ideogramma (hao) che rappresenta una donna con un bambino.

La pace (an) è rappresentata da una donna sotto un tetto. Negli antichi ideogrammi yin e yang troviamo l’inequivocabile segno dell’importanza che aveva l’eros ai tempi della Grande Madre. Raffigurano infatti il lato in ombra di una collina e il lato al sole. Ovviamente non ci sarebbe nulla di erotico se non sapessimo con certezza cosa accadeva nelle feste di primavera e autunno.

In queste due stagioni le ragazze si radunavano sul lato in ombra di una collina (yin) e i ragazzi sul lato al sole (yang).

Non potevano vedersi ma si richiamavano a lungo, in vere e proprie gare vocali che costituiranno l’inizio della grande arte poetica cinese. Scendevano poi dai lati della collina e finalmente si incontravano in una danza festosa che si concludeva con un’orgia sacra che aveva lo scopo di fecondare la terra e costituirne l’armonia. Il cielo rispondeva allo splendore di questa unione manifestandosi in un arcobaleno.


Tratto da  Francesco Casaretti "Tao e tantra. L’antica magia dell’eros"

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