Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, aprile 13, 2022

💜San Michele Arcangelo

 A sinistra, particolare di San Michele Arcangelo  mentre pesa le anime, pala d'altare del Giudizio Universale, sala Saint-Louis, Hospices de Beaune, Fra.

A destra, una rappresentazione di un affresco egizio nel quale il dio egizio Toth, in qualità di cancelliere, registra l'esito del giudizio della pesatura del cuore del defunto

Questa cerimonia si chiamava psicostasia, la cerimonia dell'antica religione egizia a cui, secondo il Libro dei morti, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all'aldilà.

La pesatura del cuore si doveva affrontare, dopo la sua morte, per raggiungere i Campi dei Giunchi.

Il Dio Anubi accompagnava il defunto nella sala del tribunale di Osiride (la sala delle due Maat) dove, alla presenza di quarantadue giudici, doveva affrontare il giudizio divino.Anubi, a volte sostituito da Horus, deponeva il cuore del defunto su un piatto della bilancia, mentre sull'altra veniva posata una piuma, simbolo della Dea Maat e rappresentazione della giustizia e dell'equilibrio cosmico.

Il defunto recitava la sua confessione: prima davanti a Osiride e successivamente di fronte ai giudici

Se il cuore, gravato da troppe colpe, faceva pendere la bilancia il defunto veniva divorato dalla Dea Ammit, la mostruosa entità preposta alla distruzione dello spirito nel caso di verdetto sfavorevole del tribunale osiriano, e condannato ad essere annullato per l'eternità.Se il responso era a favore del defunto, invece, Osiride sentenziava la sua ammissione nei Campi dei Giunchi e la persona veniva detta "Giustificata" e considerata pura di animo, con la sicurezza di avere vita eterna in un paradiso.Il concetto di giusto per gli egizi dipendeva molto da come il defunto aveva imparato le formule del Libro dei Morti.

Quindi, il Dio Anubi, può essere considerato il precursore simbolico dell' Arcangelo Michele

Questa antica tradizione giunse probabilmente in Europa attraverso la mediazione degli Arabi e dei Persiani, e venne cristianizzata sostituendo al dio dei morti la figura di San Michele come giudice inflessibile delle anime. Nell'iconografia cristiana, al posto del cuore e della piuma, troviamo da una parte l'uomo come materia, rigorosamente nudo, dall'altra lo stesso uomo visto come spirito, spesso con le fattezze di un fanciullo. A volte troviamo nella stessa rappresentazione anche la figura di Satana, che di nascosto cerca di abbassare il piatto dell'uomo materiale nell'intento di aggiudicarsi l'anima in maniera fraudolenta, ma l'arcangelo Michele rimane sempre vigile, e pronto ad affrontare il diavolo con la spada o con la lancia, sempre pronta al suo cospetto.

studiosi sono propensi ad affermare che le origini del culto dedicato all'arcangelo guerriero abbia cominciato a diffondersi grazie ai Longobardi, a partire dal VI sec. (anno 568), in seguito al loro stanziamento in Italia. Questa popolazione si convertì al Cristianesimo grazie all'opera di papa Gregorio Magno (590-604), che mirava all'alleanza con tale popolazione per contrastare le sempre più forti ingerenze da parte dei Bizantini. L'opera di conversione fu sostenuta dalla regina Teodolinda che a sua volta si avvalse dell'opera e della predicazione di uno dei più famosi santi/taumaturghi della chiesa celtica irlandese: San Colombano. I Longobardi scelsero San Michele come loro protettore, e non a caso. Il santo guerriero, infatti, era tra le figure cristiane quella che meglio ricalcava le virtù e le caratteristiche del dio Odino, figura principale del culto delle popolazioni di origini germaniche. Allora San Michele aveva il centro di culto principale sul Monte Gargano, in Puglia. Fu qui che, secondo quando tramanda lo storico Paolo Diacono, l'angelo guerriero apparve intorno all'anno 500. La leggenda viene narrata in diverse fonti, ma principalmente nel "Liber de Apparitione Sancti Michaelis in monte Gargano", datato dal VI al IX sec. Protagonista della vicenda è un arciere chiamato Gargano, che durante una battuta di caccia si imbatte in un magnifico toro bianco. Gettatosi al suo inseguimento, Gargano insegue il toro a lungo, fino a che non lo trova immobile davanti l'ingresso di una grotta. Scaglia alcune frecce contro l'animale, ma è a questo punto che davanti alla grotta appare l'arcangelo. San Michele impedisce che i dardi raggiungano l'animale facendo tornare indietro le frecce, che vanno a trafiggere colui che le aveva scagliate. Gargano si converte al Cristianesimo e il monte sul quale la vicenda ebbe luogo divenne il primo e fondamentale luogo di culto micaelico. Oggi vi si trova il paese di Monte Sant'Angelo (FG) e vi sorge uno straordinario santuario ricavato all'interno della grotta. Grazie ai Longobardi, il culto di San Michele si diffuse ampiamente anche in tutto il Nord Italia. I centri principali di questo culto si trovano a Pavia, ex capitale del regno Longobardo, dove sorgeva una Basilica dedicata al Santo, e in Piemonte, nella Val di Susa, dove spicca ancora oggi per la sua imponenza la Sacra di San Michele


Il diffondersi di una nuova religione non è mai un fenomeno netto e preciso, ex abrupto, ma comporta sempre una transizione graduale. Come per i monaci irlandesi di San Colombano, che infusero nel culto cristiano elementi della precedente tradizione "pagana" del Druidismo, e per i Longobardi, che identificarono San Michele con il dio germanico Odino, per il mondo pastorale ed agricolo dell'Italia centro-meridionale la figura di San Michele finì per assimilare elementi del culto di Ercole, tra i quali era molto popolare. L'assimilazione avvenne anche a livello iconografico, come si può vedere dall'esempio mostrato nell'immagine a fianco ("Ercole e l'Idra", dipinto del Pollaiolo, 1475 ca., Galleria degli Uffizi, Firenze). Ercole è il guerriero per eccellenza, che vestito di una pelle di leone e armato di una potente clava veniva spesso raffigurato nell'atto di uccidere un mostro, ad esempio l'Idra di Lerna (una delle sue più celebri "fatiche"). Per analogia, San Michele viene rappresentato da un ampio mantello, che armato di spada sconfigge un enorme drago. In questo la figura del santo è equivalente, dal punto di vista simbolico, a quella di San Giorgio, altro famoso "uccisore di draghi". Fin da bambino, Ercole ha dimostrato il "potere" di riuscire a soggiogare i rettili. Secondo la mitologia, infatti, fu la gelosa Era che inviò due grossi serpenti per soffocare il piccolo Ercole quando era ancora in fasce nella culla, ma questi con le sue poderose manine riuscì a strangolarli. Il mito deve essere letto in chiave simbolica. Ad un livello di lettura superiore, infatti, draghi e serpenti simboleggiano le correnti telluriche sotterranee. In Oriente, ad es. nella cultura dei Cinesi, le correnti sotterranee e i terremoti sono generati da enormi draghi che si muovono sottoterra. In Occidente, molti "sacri monti" sono considerati tali perché al loro interno giace un drago addormentato (v. le leggende circa il Glastonbury Tor, in Inghilterra). Le linee di energia ("ley lines") sono anche chiamate "linee del drago". La maggior parte delle chiese cristiane dedicate a San Michele Arcangelo, soprattutto se di epoca medievale (quando a queste cose ci si faceva caso), sorgono nel punto più elevato del paese. L'insieme di questi elementi diventa più chiaro nell'approfondimento dedicato alla famosa "Linea di San Michele"


È fondamentale sottolineare che prima di essere dedicata a San Michele, la grotta di Monte Sant'Angelo dove sorse il primo centro di culto dedicato a San Michele era stata occupata da un mitreo. Il culto di Mitra era stato fiorente durante tutto il periodo dell'Impero Romano ed aveva raggiunto il suo apice intorno al III sec. d.C., prima di essere spodestato dal Cristianesimo. La leggenda di Gargano sembra sottolineare l'imposizione di questo cambiamento. Gargano cerca di uccidere un toro, così come fece Mitra su comando del dio Sole. La 'tauroctonia' (l'uccisione rituale di un toro) era l'atto principale con il quale culminava ogni rito nel culto mitraico. L'apparizione dell'arcangelo che impedisce l'uccisione del toro ritorcendo le azioni in merito contro l'arciere sottolinea il nuovo corso della religione, che deve soppiantare la vecchia. È significativo che uno dei più importanti affreschi che narrano la leggenda di Gargano e dell'episodio che sta alla base del culto di San Michele si trovi non in Puglia, ma a Sutri (VT). Sutri è oggi una delle tappe fondamentali della Via Francigena.


Il culto di Mitra è fondamentalmente un culto ctonio: le cerimonie si tenevano in località sotterranee, come grotte naturali oppure scavate appositamente. Quando le circostanze geografiche non lo consentivano, i mitrei venivano comunque realizzati in luoghi al coperto, dove venivano realizzate delle volte a botte che dovevano comunque ricordare simbolicamente la grotta entro la quale Mitra riuscì a confinare e poi ad uccidere il toro. La componente sotterranea è dunque nettamente presente, mentre il toro è, insieme al serpente, un altro potente simbolo delle energie sottili. Ma anche la figura di questo rettile è onnipresente nei luoghi di culto dedicati a Mitra. In tutte le rappresentazioni della tauroctonia, il serpente è uno dei tre animali che aiutano il dio nell'impresa. È spesso rappresentato mentre morde il collo del bovino. Non mancano altre raffigurazioni ancora più peculiari. Abbiamo visto, ad esempio, che serpenti sono rappresentati nei pavimenti musivi e nelle decorazioni parietali di almeno tre dei mitrei che sono emersi dagli scavi archeologici di Ostia Antica (il Mitreo dei Serpenti, il Mitreo degli Animali e il Mitreo della Planta Pedis). Al serpente, inoltre, viene dato notevole risalto sull'altare mitraico di San Clemente, e negli affreschi dei mitrei di Palazzo Barberini e di Santa Maria Capua Vetere


Stralci dal blog "https://www.angolohermes.com/approfondimenti/San_Michele/SanMichele.html

San Michele Arcangelo


Maldalchimia.blogspot.com




Nessun commento:

Posta un commento