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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, settembre 10, 2021

💛San Lorenzo e Priapo

Oggi, 10 agosto, si festeggia San Lorenzo, e le "lacrime di San Lorenzo" sono una metafora per indicare le Perseidi, che attraversano copiose i nostri cieli proprio in questa notte. 
La festa in onore di San Lorenzo, affonda le radici in epoca preromana e romana. 
San Lorenzo fu un arcidiacono cristiano ucciso sul rogo il 10 agosto a causa di un editto, secondo il quale vescovi e presbiteri dovevano essere uccisi. 
Lo sfavillio dei lapilli del rogo, ricorderebbe la pioggia di stelle cadenti. 
Ma la notte di San Lorenzo deriva da una tradizione ancora più antica, quando si festeggiava, nel mese di agosto, il dio della fertilità Priapo, e si portava in processione "il fallo di Priapo ", in segno beneaugurante di Abbondanza nei raccolti. 
Il nome Lorenzo rimanda a Larentia, ossia la Grande Madre, la controparte di Priapo. Una divinità itifallica, quella di Priapo, come tante altre, in ogni cultura. 
Abbiamo anche noi in Sardegna, il bronzetto itifallico di Ittiri, rappresentato mentre suona una launedda a doppia canna. 
Si presume risalente al VI sec.a.c., e richiama ad un contesto bucolico di riti e danze in onore di questa divinità della fertilità. 
Fertilità, che nella sua controparte femminile, Larentia, rappresenta l'elemento acqua, le lacrime di San Lorenzo, la pioggia, senza la quale il seme della fertilità non può germogliare. 
Fertilità esplicata anche attraverso la divinità egizia Min, anch'essa itifallica, la cui controparte femminile è la custode del Sacro Mascolino, l'ureo/urina, la nostra acqua interna di depurazione. 
In alchimia, questo Oro liquido potabile, è chiamato "Acqua di Fuoco", il Mercurio alchemico, citata in tutti i testi Sacri, comprese le Sacre Scritture( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-discrezione-della-regalita-sinergica.html?m=1). 
 Potenza fecondante, esemplificata anche dal Gigante di Mont'e Prama, come avevo scritto in un mio precedente post, (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=1), ma in un modo molto più completo e discreto, che esibisce, da sotto il gonnellino, il condotto uretrale sul suo organo genitale, indiscutibilmente maschile. 
Non femminile, come qualcuno continua a sostenere, poiché verrebbe meno il messaggio che veicola. 
Cioè quello di perfetto equilibrio tra le due parti, maschile e femminile, fuoco e acqua. 
E lo sperma creatore, passa nel meato, nel condotto urinario, che è presente anche nelle femmine, e che nel maschio, si alterna con il passaggio dell'urina 
Rappresentare questo esterno condotto ur-inario, nel Gigante di Mont'e Prama, in modo così inequivocabile, simboleggia la rappresentazione di una appartenenza Regale, a quella dimensione Solare e Sacra, a cui gli Antichi Sardi si sentivano devoti. 
 La particella "Ur" significa Fuoco Sacro, il Fuoco della trasmutazione 
È l'Oro della trasmutazione L' urina, o per meglio dire, l'Ur-ina, è sempre stata considerata Sacra in ogni civiltà, fin dai tempi antichissimi, veicolo di purificazione e protagonista di riti importanti, compreso questo in onore di Priapo. 
L' Oro del sangue. 
 L'acqua dorata del nostro corpo. Dove avviene la trasmutazione, se non in un ambiente acquifero, amniotico? 
 Gli Antichi Sardi, rappresentando la regalità divina dei Giganti di Mont'e Prama, la Stirpe Divina, hanno rappresentato benissimo, attraverso un particolare così discreto e apparentemente di poca importanza o di puro vezzo estetico, un concetto importantissimo, che è il filo conduttore di tutta la nostra Antica Civiltà: la perfetta armonia e compenetrazione sinergica tra maschile e femminile. 
 Non avevano bisogno di ostentare tramite una figura così importante come un Gigante semidivino, la sua potenza fecondante, con una rappresentazione itifallica ostentata, come abbiamo visto in altre culture, e nello stesso bronzetto itifallico. 
 Implementare un concetto, significa integrarlo, per poi manifestarlo nella sua completezza e integrità, in modo chiaro e circolare, altamente raffinato e simbolico, come è nelle corde di tutta la nostra Antica e raffinatissima Civiltà. 
 I Giganti che mostrano la potenza del " Nu", dello sperma Divino, attraverso l'Ur ( il Fuoco Divino), l'Ur-etra, visibile attraverso il meato uretrale ostentato. 
 Prima del Priapo itifallico, precursore del San Lorenzo, con la sua padedra Larentia, che rappresenta le sue "lacrime dorate", l'elemento femminile della pioggia, prima del Dio itifallico Min, e di molte altre rappresentazioni ostentate, in ogni civiltà, abbiamo il nostro "Priapo del Sinis", discreto, divinizzato, regale, che esprime, insieme, attraverso il meato uretrale ostentato, la potenza fecondante femminile e maschile. Sperma ("Nu") e Urina, da Ur, fuoco, l'acqua di fuoco, senza la quale non c'è vita, come le lacrime di San Lorenzo, veicolo di trasformazione. 
 Oggi 10/08/2021, come somma totale, cifra per cifra, é proprio un giorno 14. 
Archetipo XIV, Nun, che rappresenta il "pesce" divino, alchemico, della trasformazione. 
 È il pesce/Mandorla Mistica della Vesica Piscis, l'unione delle due polarità opposte. 
 L' archetipo Nun, consente questa trasformazione, questa opera alchemica dell'uomo che ha sviluppato la divinità in sé, che è emerso come un pesce sacro, dalle acque del caos e ha varcato la soglia della Dalet, l'altra lettera ebraica che è al fianco della Nun, rappresentata sotto il sigillo della tribù di Dan(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=1) Per me, oggi, questo giorno di San Lorenzo, e questa notte hanno questa forte valenza energetica : un richiamo ancestrale ai nostri Antichi Padri, detentori di quel seme fecondo che ha realizzato la civiltà delle Meraviglie, portando la grandiosità e perfezione delle stelle su questa terra. Simbolo della fecondità in ogni senso. Architetti divini. 
 Le manifestazioni itifalliche le hanno riservate a chi onorava questa magnificenza, come il suonatore di Launeddas di Ittiri. Anche Ittiri, ha la stessa radice di ittico, che stranezza, che significa "concernente i pesci". Sicuramente, non i pesci in senso letterale, ma in senso simbolico come pesce mistico della Sacra Geometria esplicata nella Vesica Piscis. 
 E si ritorna al punto di Origine, gli Architetti divini. 
 L'ostentazione ai più. La rivelazione, discreta, a pochi. Conoscenze e insegnamenti Iniziatici così importanti, necessitavano di discrezione. 
 E, nell'Antica Civiltà Sarda, vi era maestria, soprattutto in questo. 
 Tiziana Fenu 
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